Letture di questi giorni: "A grandezza naturale" di Erri De Luca
- Redazione
- 6 lug 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Questo è un nuovo episodio della rubrica sulle letture, intitolata Letture di questi giorni, con l'obiettivo di descrivere in poche parole un libro che ci ha interessato in questi ultimi giorni, e che abbiamo ovviamente letto.

È un po' di tempo che ho questo libro nella libreria, ed oggi ho deciso di finirlo. Ci sono riuscito ed intendo raccontarvelo. In questa descrizione salterò, a causa del limite di caratteri, molte parti. Leggete il libro.
La struttura. Il libro è breve, di 123 pagine. Ci sono solo tre capitoli che parlano dell'esperienza personale dell'autore: la Premessa, il terzo ed il quarto capitolo, relativamente corti. L'autore parla del padre, del rapporto che la sua famiglia aveva con il denaro, della condizione dei bambini a Napoli nel secolo scorso, alcuni orfani di una città che li tratta come può, educandoli a vivere. Il resto del libro, sono analisi di altre esperienze. Il primo capitolo tratta del parallelismo dei rapporti tra il pittore Marc Chagall ed il padre, e quello più famoso tra Abramo ed Isacco. Oltre le opere letterarie (rispettivamente dell'autobiografia del pittore e la Bibbia).
Il torto del soldato (nuova versione). Questo è il capitolo più bello, oltreché il più sostanzioso. Narra di una figlia, nella Germania Alleata del Dopoguerra, oramai oltre i vent'anni di età, che scopre di essere figlia di un criminale di guerra. Senza anticiparvene il finale, posso dire che gli screzi tra una figlia, prole del Dopoguerra, della rinascita e della voglia di cambiare, ed un padre, soldato, abituato alla divisa e di convinta ideologia nazista, è un compito rappresentativo che l'autore è riuscito ad adempiere perfettamente. Non avete idea della tragedia e della sofferenza, dell'emozione che c'è in quelle pagine. Per lei, lui non è un padre, è solo un mostro.
Gli ultimi capitoli. Si parla poi del rapporto tra padre e figlio per eccellenza: quello tra Dio e Gesù, dove non è più la sofferenza di un figlio abbandonato dal padre, ma di un padre, costretto inerme dalla storia ad osservare il proprio, unico, figlio, che muore su una trave.
Di Flavio Barbaro
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