Quando la SP34 diventa un tracciato: la cronoscalata
- Redazione
- 22 nov 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Uno degli eventi che ci troviamo costretti a rimpiangere in questo periodo di chiusura semi-totale, è quello della cronsocalata, che fino al 2019 si è teneva a Cortona con cadenza annuale.
La prima edizione di cui fa menzione il sito sponsor della corsa, cioè Cronoscalate.it,è la quattordicesima, il 26 marzo del 2000: ciò significa, a meno che non ci siano stati degli annullamenti negli anni precedenti, che la prima edizione risalirebbe al 1986.
La prima attestata dal sito ufficiale è però, appunto, la quattordicesima, in cui vinse Giuliano Peroni con una Osella PA3.

Il tracciato possiede otto curve, tra le quali si districano quattro punti veloci, alternati in maniera sinuosa e con vari dislivelli tra i settori, che influiscono pesantemente sulle traiettorie e sull'aderenza delle vetture. Il percorso si apre con un dislivello che raggiunge l'8,9% con due curve leggere in senso opposto l'una all'altra, che introducono alla prima curva pesante, un tornante verso sinistra, in cui la macchina compie un giro di 180°, per accedere poi alla seconda curva.
La seconda curva è una curva abbastanza difficile, la quale viene spesso affrontata ad alte velocità dalle macchine, provenienti dal breve respiro dopo la prima curva: nelle prove libere dell'ultima edizione qui hanno però eseguito un testacoda ben tre macchine, a dimostrazione del fatto che l'attenzione all'aderenza, in questo punto, è molto importante. Si prosegue poi con un rettilineo, facente parte della Provinciale 34, in cui il dislivello si mantiene costante e lineare, ma ci sono delle accortezze da tenere in considerazione per affrontare al meglio la terza curva, la quale, molto larga, ma anche molto lunga, impone al pilota una tenuta di strada perfetta. Ci si ritrova poi in un breve rettilineo, a seguito del quale si cela una delle curve più difficile del tracciato, la quarta curva, anche detta la curva del Torrino. In questo punto del tracciato, nell'edizione precedente, come in quelle ancora prima, molte macchine hanno eseguito testacoda, o addirittura sono andate contro un muro, o hanno impantanato le loro ruote nel fosso accanto alla strada: questa curva è molto stretta e molto lunga, e ciò richiede un'attenzione costante dall'entrata all'uscita di questa per quanto riguarda la traiettoria e l'acceleratore, in modo da non eseguire un drift inaspettato oppure da finire fuori pista.
Se però si riesce a superare anche questa curva, allora si accede al secondo punto veloce, in cui, nonostante le piccole curve alla cieca, il pilota può accelerare senza problemi, facendo però attenzione all'imbocco della quinta curva, la quale è susseguita quasi immediatamente dalla sesta. Anche quest'ultima è una delle più difficili, poiché possiede le stesse caratteristiche della quarta, e come questa, possiede anche una leggera pendenza, che rende più difficile la sterzata e più imprevedibile la macchina. Si accede però al terzo punto veloce, all'inizio del quale però bisogna fare attenzione alla leggera curva a destra, che può riservare brutte sorprese, ma che può benissimo andare a vantaggio del pilota se ben sfruttata. La settima curva possiede le stesse caratteristiche delle difficili curve già citate ed avvicina sempre di più il pilota alla fine della salita, dopo di questa infatti si affronta l'ultimo punto veloce, nel quale il pilota accelera, probabilmente raggiungendo la velocità più alta sulla pista, entrando poi nell'ultima curva, la quale è anch'essa nel panteon delle curve difficili di questo tracciato. Forse è la più difficile, dato il dislivello, l'inclinazione e l'angolo, senza considerare il notevole numero di piloti che hanno fatto testacoda anche in questa curva, ma se si riesce a superare anche questa, allora un rettilineo in salita attende il pilota, segnato, prima delle strisce del parcheggio, dalla linea del traguardo.
La storia di questo tracciato vede un dominio, pressoché incontrastato, della vettura Osella, con diversi piloti molto bravi, tra cui Uberto Bonucci, ed anche tradizioni familiari, tra cui il padre Giuliano Peroni (vincitore dell'edizione del 2000 e del 2004) ed il figlio Stefano Peroni (vincitore dell'edizione del 2015 e del 2017). La maggior parte di questi piloti però, come quelli sopracitati, appartengono all'Osella; si trovano però anche altre scuderie nella storia delle vittorie di questo tracciato, tra cui una più famosa BMW, oppure Chevron, De Tomaso, Bogani, ma tutte queste hanno contrassegnato un periodo relativamente corto, dal 2001 al 2003 con un breve ritorno nel 2011, del tracciato, precedendo quello che sarà il periodo di quattordici anni (tranne appunto, per l'edizione del 2011, vinta da Salvatore Riolo con la Bogani) di vittorie.
Questo tracciato è anche però legato ad una storia tragica e drammatica: quella di un pilota, Fabrizio Bonacchi.
Sono da poco passate le sei, la vettura numero 53 si appresta a partire da Via Dei Mori, si aspetta soltanto il via degli operatori di gara, i quali comunicano con le loro radiotrasmittenti. Si sta correndo da due ore, ed ancora devono finire i centocinquantadue piloti che hanno preso parte alla gara storica di Camucia e Cortona, poi domenica, il giorno dopo, si dovrà disputare la gara ufficiale, intorno alle 7.30 della sera. È un ammontare considerevole di ore di guida, senza contare le prove di pista effettuate qualche ora prima e quelle che ancora andavano fatte il giorno successivo. Questa è un'edizione particolare, poiché si trovano numerosi team, alcuni più conosciuti, come quello del pluricampione Uberto Bonucci, oppure il Guagliardo, entrato a far parte della classifica chianina giusto quell'anno, oppure si possono trovare nomi come quello di Anna Fiume, definita dai giornali come "figlia d'arte", poiché figlia di un pilota. Non si scordi poi l'esordio di una monoposto proprio alla cronoscalata, la umbra Speed Motor 01, che ricorda molto una Formula, se addirittura non lo fosse, evento straordinario. Durante la gara si sono registrati dei tempi spaventosi, che ricordano molto l'edizione precedente, come quelli di Uberto Bonucci, il quale, ha girato in 1.57.7, superando di soli quattro secondi il record precedente.
In tutto questo il pilota di cinquantaquattro anni si appresta a partire a bordo della sua Gloria Kit, auto con cui ha gareggiato già molte volte e che gli è sempre rimasta fedele: classe 1965, proviene da Pistoia, ha iniziato la sua carriera con una corsa di Kart nel 1988 e da lì ha conseguito il titolo di miglior pilota di kart 125 della Toscana e la partecipazione a cinque Rally.
Gli operatori danno il via. La vettura parte molto velocemente e prosegue per le prime centinaia di metri, molto velocemente, in modo impressionante. Riesce ad affrontare le prime curve, ma arrivato a 400 metri percorsi dalla partenza, inizia a sbandare pericolosamente e finisce addosso ad un albero lungo la SP34. I soccorsi saranno inutili. Frattura alla base cranica.
La gara verrà annullata in segno di lutto. Sono le 18.15, verrà istituita poi un'indagine dal pubblico ministero, la quale non escluderà dalle cause il problema tecnico, ma la vettura è praticamente distrutta ed in condizioni troppo disastrose per poter dare una risposta in tempi brevi.
Noi tutti aspettiamo di poter prendere parte nuovamente a questo tipo di gare, appena il periodo lo permetterà, affinché la passione per i motori dei camuciesi e dei cortonesi non si fermi, e che Cortona diventi sempre di più un centro fondamentale anche per questo tipo di competizioni.
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