Recensione: "Lolita"
- Redazione
- 3 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Commento del direttore
Anche se questa è una firma storica de La Voce Cortonese, sono comunque onorato di presentare questa piccola sezione dedicata alla recensione dei libri. Molti dei titoli che hanno dominato la scena letteraria italiana, europea e mondiale saranno in questo piccolo squarcio di cultura, ma anche titoli minori, dimenticati e spesse volte esclusi dal dibattito culturale pubblico, ingiustamente.
«Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita».
Lolita è un romanzo pubblicato a Parigi nel 1955 e scritto dal celebre autore russo Vladimir Nabokov.
Il libro venne rifiutato da ben 4 editori suscitandone scalpore, in quanto il tema centrale del testo andava a toccare una delle più oscene controversie della mente umana: la pedofilia.
Il romanzo racconta di un professore di letteratura, Humbert Humbert, e della sua perversione nei confronti di Dolores Haize, una ragazzina di soli dodici anni della quale diventerà patrigno, da lui denominata "lolita".
Il libro ci viene presentato come potrebbe mostrarsi un quadro di Monet - caratterizzato dalla pennellata piccola e delicata dell'impressionismo- con al centro un qualcosa di tenebroso e turpe: la prosa di Nabokov è infatti poetica e musicale, ma non lo sono i temi trattati nello scritto.
La chiave di lettura adatta non è quella di una semplice storia d'amore malato: nel romanzo non si parla tanto del rapporto tra Humbert e Lolita, quanto della visione che l'uomo ha della ragazzina. La capacità di Nabokov sta infatti nell'assumere totalmente la psicologia del protagonista-che è la voce narrante del racconto- e di farla sua, mostrandoci una Dolores maliziosa e ambigua che altro non è che il frutto dell'immaginazione perversa di Humbert. L'uomo infatti sessualizza completamente qualsiasi gesto di dolores come a darsi una scusa per approfittare della sua Innocenza.
Si tratta di un romanzo moralmente cruento, che invita a riflettere ma che ha un fascino senza tempo.
Vittoria Giardiello
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