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Una voce da dietro

La Redazione de La Voce Cortonese è un esempio calzante di come anche una voce silente possa essere importante, di come si possa anche non puntare una penna al foglio, ma semplicemente esprimersi al meglio nella vita sociale di tutti i giorni.


Sono approdato alla Redazione de La Voce Cortonese in un modo molto personale e confidenziale. Io ho sempre rifiutato la penna, perlomeno come mezzo di giornalismo: non sono molto avvezzo alla stesura di articoli. È una delle obiezioni che ho prontamente mosso ad E.B. quando ha preso quella decisione, iniziando un'accesa discussione che ha portato, inevitabilmente, ad una pronta collaborazione.

Io agisco da dietro, non impugno la penna, ma gestisco gli affari interni del giornale, rettificando le imperfezioni, correggendo gli errori nei calcoli e nelle parole e soprattutto riportando l'ordine nelle insubordinazioni; le mie opinioni finiscono comunque in prima pagina, e riesco benissimo ad esprimerle in modo coinciso e chiaro nella rubrica de Pensieri dalla Redazione, che ovviamente vi invito a leggere . Un ringraziamento va anche ai lettori che apprezzano quelle parole che metto al servizio dell'opinione e del dibattito.


Non sono però del tutto estraneo alla parte puramente letteraria della produzione: sono appassionato di storia, seguo il mondo dello sport, della musica e della politica.

Il racconto delle guerre, la narrazione di ciò che c'era prima, di ciò che ha portato ad ora, della storia e del tempo, tutti elementi che costituiscono un ottimo argomento di studio: la storia romana è ottima, li racchiude tutti, soprattutto parlando dello scontro con Annibale Barca e delle sue imprese vicino il Trasimeno. Per quanto riguarda lo sport, questa è una passione che non mi potete togliere, senza ipotizzare alcuna condizione. Se poi si conosce la storia, anche lo sport ha la sua parte. Si parla di leggende tra annali calcistici e guerra dei Balcani.


La musica è un altro mio interesse. Ritengo che non debba essere collegata ad alcun dogma musicale preciso che imponga delle conoscenze monolitiche a proposito di questa o quella dottrina culturale. L'espressione di sentimenti, emozioni e parole conosce anche la modernità, ma non per questo giustifico l'abbandono di ciò che è stato importante per le epoche precedenti: ciò che c'era prima e ciò che è ora.


La mia opinione è un'idea molto precisa, statuaria, monumentale fatta di valori rigidi ed indissolubili. Non ho molto da dire a riguardo: se dovessimo usare dei motti, allora sceglierei "Metuendum semper esse scias, quem tutum velis" e per chi non conoscesse il latino, "Se vuoi vivere sicuro, sta sempre in guardia". Publio Siro.


Spero che quest'articolo abbia suscitato il vostro senso critico: che otto mesi diventino un anno e che un anno diventi il più a lungo possibile.


T.S.

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LA VOCE CORTONESE

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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Music promoted by https://www.free-stock-music.com
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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