Coronavirus, intervista con i corrispondenti in Veneto e Tolosa
- Redazione
- 20 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 23 mar 2020
Abbiamo intervistato due cortonesi, corrispondenti del giornale, che ci hanno riferito la situazione rispettivamente dalla zona di Treviso, in Veneto, e dalla zona di Tolosa, in Francia.
M.M., cortonese residente nell'area di Treviso, in Veneto, studente presso un istituto tecnico.
Qual è la situazione che puoi vedere tu, attualmente, in Veneto?
Da quello che vedo e ho sentito, posso dire che non c'è tanto panico e in questa parte del Veneto, dove mi trovo io, è tutto okay: la gente non esce e non ci sono eventi, per così dire, strani che succedono. Certo, c'è da considerare il fatto che siamo una delle regioni con più contagi, però allo stesso tempo questo numero sta aumentando più lentamente del previsto, grazie ai numerosi provvedimenti presi dal governatore Zaia e dal Governo.
Quali sono i provvedimenti adottati?
Sono come in tutta Italia. Recentemente Zaia ha firmato un'ordinanza per contrastare l'assembramento delle persone chiudendo perciò tutti i luoghi pubblici e altro. Al massimo c'è da dire che il Veneto è stata una delle prime regioni a chiudere, visto che già da fine febbraio le scuole erano chiuse per gli studenti e insegnanti.
Si utilizzano i mezzi digitali per continuare il percorso didattico? Ci sono delle difficoltà?
Sì, le difficoltà (della mia scuola) però sono, per così dire, dovute ad una scarsa amministrazione della scuola e anche ad uno scarso interesse degli alunni che non stanno facendo molto per aiutare: siamo entrati nella didattica online abbastanza tardi e si vedono le conseguenze un po' in tutto il resto del Veneto. Però, da quello che so, si va avanti normalmente con le lezioni online, interrogazioni e verifiche.
Come si vive la quarantena?
Dipende da persona a persona: a me non dà tanto fastidio quanto ad altri. Certo, sarebbe bello uscire ma è meglio stare dentro. Non siamo ancora ad una situazione apocalittica quindi, salvo alcune eccezioni, la vita sembra procedere normalmente.
Siete solidali tra tutti, nonostante il duro periodo economico e sociale?
Sì, sappiamo che non ha senso essere ostili per qualcosa fuori dal nostro controllo e quindi possiamo solo rimanere uniti nella speranza che tutto ciò finisca.
Come vedi il futuro, da studente, per quanto riguarda la situazione di emergenza sanitaria?
Io penso che non influenzerà molto sul nuovo anno scolastico perché, se le lezioni si svolgessero con efficienza, allora non ci saranno problemi, al massimo per gli studenti che hanno la maturità può essere abbastanza difficile perché alla fine la didattica online non è come una lezione in classe e si hanno delle limitazioni.
Grazie della disponibilità.
Grazie a voi.
A.B., cortonese residente nell'area di Tolosa, in Francia, studentessa presso un istituto d'istruzione semplice.
Qual è la situazione che puoi vedere tu, attualmente, in Francia?
La situazione non è uguale a quella italiana: qui la gente può ancora uscire liberamente ed andare in giro. A delle persone che hanno preso il caffè in città, per esempio, la polizia ha chiesto la giustificazione.
Il presidente Macron ha chiesto alla cittadinanza di rimanere a casa, ma la gente, a quanto posso vedere io, non ascolta e qualche volta trasgredisce. Ad esempio, in molte realtà locali, sono intervenuti i militari.
Quali sono i provvedimenti adottati?
Sicuramente posso citare l'autocertificazione. Ci hanno chiesto di evitare i luoghi affollati, ma in vista di un obbligo progressivo: non è un vero e proprio divieto, ma neanche un consiglio, perché la polizia interviene. Io, ad esempio, sono in quarantena, ma per scelta, da fine febbraio.
Si utilizzano i mezzi digitali per continuare il percorso didattico? Ci sono delle difficoltà?
Per quanto riguarda la scuola, noi, almeno, non facciamo videolezioni per una questione scolastica particolare, ma continuiamo a consegnare i compiti che ci vengono affidati online su un'applicazione ed a ricevere voti dagli insegnanti. La chiusura delle scuole è stata prorogata fino a nuovo ordine e quindi non sappiamo quando rientreremo. Da quello che so, le videolezioni continuano per i corrispondenti francesi degli istituti superiori e delle università.
Come si vive la quarantena?
Posso parlare di come la vivo io con i miei compagni di classe: la noia si fa sentire, anche perché noi non facciamo flashmob o eventi simili, e passiamo la maggior parte del nostro tempo a non fare nulla. Un aspetto positivo è, però, la responsabilità dei giovani.
Per quanto riguarda i locali ed i negozi?
Molti sono chiusi, mentre altri ancora lavorano. Quelli che sono chiusi però lo sono per scelta, ma anche perché il tema del lavoro è complicato. Il presidente Macron ha detto di non lavorare e di rimanere a casa (non contemplando, a quanto ne so, nemmeno la possibilità di telelavoro) ed ha dato una scelta: mettersi in quarantena o continuare a lavorare, ma se non si rispettano le norme, si rischia molto. Qualcuno è stato anche multato.
È stato istituito un coprifuoco?
Sì, e normalmente arriva fino alle dieci di sera.
Come si svilupperà la situazione in Francia, parlando da studentessa?
Non vorrei essere troppo ottimista, ma credo che siamo vicini al trovare una cura. La mia speranza è che ci sia già una ricerca per il vaccino e che la situazione non degeneri.
La situazione in Italia è stata ed è molto drammatica. Pensi, sempre parlando da studentessa, che la Francia percorrerà gli stessi passi?
Spero di no, anche se ho sentito che i numeri, qui, stanno crescendo alti e veloci.
I rapporti tra Italia e Francia non sono stati dei migliori. Secondo te, come dovremmo reagire?
Non ho sentito molto delle situazioni che intendete, ma sono convinta che, in situazioni del genere, le offese non portano a nulla, non hanno senso e non sono necessarie.
Grazie della disponibilità.
Au revoir.
E.B., R.L. e T.S.
Comments