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Crisi di Governo: la nostra edizione speciale

Aggiornamento: 28 ago 2019

EDIZIONE SPECIALE


- L'articolo è sottoposto a continui aggiornamenti -


Alle ore 14.10 circa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha attuato il normale Ordine del Giorno pronunciando un discorso in cui, oltre ad annunciare le proprie dimissioni che consegnerà al Presidente della Repubblica dopo il dibattito, ha attaccato gli ex-alleati nel partito della Lega, in particolare il leader politico Matteo Salvini.

Nel suo discorso ha inizialmente evidenziato gli errori commessi dal Ministro degli Interni (ritardo nella comunicazione durante questioni di carattere europeo, comportamenti poco istituzionali, politiche di tornaconto) e del Movimento 5 Stelle (scarsa attenzione durante la seduta che riguardava la questione russa), successivamente ha voluto elencare tutti gli scenari d'innovazione e di futuro che costituiscono l'Italia, mettendo anche in guardia sulla questione europea, ha espresso un pensiero ai propri cari ed un augurio allo Stato Italiano.


Il Presidente del Consiglio Conte ha garantito l'ascolto di tutti gli interventi che costituiranno il dibattito di oggi.

Il Ministro Salvini si è recato di nuovo al Viminale per dedicarsi ad altre questioni.


Successivamente ha preso il microfono Matteo Salvini chiamato a spostarsi dai banchi del Governo ai banchi della propria parte politica. Nel proprio intervento ha ribadito i concetti espressi pochi giorni fa, enunciando sospetti di accordi preconfezionati tra il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico. Nel suo intervento ha inoltre rivendicato l'abitudine a mostrare nella vita istituzionale simboli religiosi definendosi "l'ultimo e umile" sostenitore. Subito dopo è stato richiamato dalla Presidente del Senato per via del divieto di professare in Aula.


Ha poi preso parola il senatore Matteo Renzi del Partito Democratico rispondendo punto per punto agli attacchi di Matteo Salvini enunciando le posizioni che contrapponeva a quelle del leader leghista citando anche il Vangelo di Matteo nella questione dell'accoglienza e rimproverando un pericolo negli equilibri internazionali dovuti alla questione dei fondi russi.


Riguardo alle relazioni fra i partiti e le loro alleanze il Partito Democratico si è mostrato meno incline ad un accordo con il Movimento 5 Stelle, la Lega non chiude al Movimento 5 Stelle con un ultimatum da parte di Salvini stesso, Forza Italia esprime il parere contrario verso l'esperienza di Governo e verso il Presidente del Consiglio, Liberi e Uguali ammonisce riguardo al rischio nelle aree dello sviluppo, dell'industria, dell'artigianato e della produzione che sono a rischio con l'attuale crisi.


Attraverso una dichiarazione esterna al Parlamento il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha messo in discussione il ruolo di Giuseppe Conte, approvando però le sue parole.


Intorno alle 19.30 la Lega ritira la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio.

Matteo Salvini sarebbe poi tornato in Aula.

Un secondo intervento di Giuseppe Conte avviene alle 20.10 per pronunciare una breve replica. Nel suo discorso rivendica la capacità di mediazione e di diplomazia che avrebbe dimostrato il Governo, criticando l'inefficienza della politica d'accoglienza precedente. Afferma che il discorso effettuato alle 14.00 non costituisce un attacco personale né al Ministro Matteo Salvini né ai componenti della Lega, cita anche la conferenza stampa del 3 giugno nella quale aveva parlato di "leale collaborazione" declinata secondo la sobrietà delle parole. Annuncia al Senato che la mozione di sfiducia è stata ritirata.

Accusa poi Matteo Salvini di mancanza di coraggio politico.

Alla conclusione dell'intervento, il Presidente del Consiglio annuncia le dimissioni imminenti (si sta recando dal Presidente della Repubblica) viene circondato dalla cerchia dei ministri e dei membri di governo che vogliono complimentarsi con lui.


Alle 20.40 il Ministro Salvini rilascia una dichiarazione continuando a sostenere la personalizzazione dell'attacco da parte di Giuseppe Conte.


In data 21 agosto inizieranno le consultazioni da parte del Presidente della Repubblica con i partiti, dalle ore 16.00 alle ore 17.00 del 22 agosto.


Il calendario delle consultazioni sarebbe il seguente: il 21 agosto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà alle 16.00 la Presidente del Senato Elisabetta Casellati ed il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, seguiranno i gruppi per le Autonomie e le rappresentanze del Gruppo Misto di Camera e Senato per concludere alle 19.00 con il gruppo di Liberi e Uguali. Il 22 agosto inizieranno alle 10.00 con Fratelli d'Italia, a seguire Partito Democratico, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle per concludere alle 17.00 .


Le alleanze sono ancora molto confuse: non è ancora chiaro se il centrodestra ha intenzione di presentarsi come coalizione anche se alle consultazioni si sono presentati divisi, il Movimento 5 Stelle ha chiuso ad un governo con Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, che però si sono chiamati fuori da un possibile governo.


Alle ore 17.27 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe concluso un colloquio telefonico con il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.


Alle ore 17.44 rilascia dichiarazioni il Gruppo per le Autonomie che denuncia la pericolosità di un voto così precoce, rischioso per il rilancio dell'economia. Dichiarano la loro posizione apertamente europeista ed appoggiano apertamente la possibilità di un Governo Conte bis con un tentativo di creazione di una maggioranza diversa, definendolo come "istituzionale e neutro".

Si ritengono, inoltre, disponibili per un confronto in prospettiva di un Governo con alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Richiedono una politica attiva e concreta per i territori montuosi.


Alle ore 18.34 rilascia dichiarazioni il Gruppo Misto del Senato (compreso Liberi e Uguali e +Europa), ritengono necessario la disponibilità di un governo non breve, ma politico e di carattere programmatico, perché il Paese avrebbe bisogno di un nuovo cambiamento. Ci sarebbero delle misure da prendere come la messa in sicurezza gli investimenti e delle istituzioni democratiche, la risoluzione dell'emergenza demografica e la rimozione dei decreti sicurezza.

Non ritengono importanti i nomi quanto le idee che deve avere il nuovo Governo e ritengono plausibile la possibilità di un governo di legislatura.

+Europa si definisce come disponibile per una valutazione in caso di nuove maggioranze e di nuovi contenuti ma ritengono anche che il successivo governo avrà il compito di fare e disfare iniziative incostituzionali promosse dalla maggioranza, come il Decreto sicurezza bis, le politiche sulla questione migranti e su i fondi pubblici. Dichiarano confronti aperti con il Partito Democratico in Senato, ma non sono stati coinvolti in nessuna trattativa. Si ritengono scettici riguardo al Governo Conte bis.


Segue poi il Gruppo Misto della Camera (compreso Nuovo Centro Destra e Civica Popolare) i quali ripongono la propria fiducia nella saggezza e consapevolezza del Presidente della Repubblica di agire nel bene del Paese e non sarà il suo compito agire in virtù di un problema altrui.

Civica Popolare mostra sgomento ad una crisi, iniziata, a loro parere, senza motivazioni a pochi mesi dalla Legge di Bilancio, ribadiscono la centralità del Parlamento. Ritengono le elezioni immediate irresponsabili. Ci sarebbe la necessità di mettere saldamente in sicurezza i conti pubblici ed i sistemi sanitari nazionali e previdenziali con misure a lungo termine.


Alle ore 19.28 rilasciano dichiarazioni il gruppo di Liberi e Uguali: hanno confermato nuovamente la disponibilità dei loro deputati a dare il contributo per verificare le condizioni di un governo per affrontare i problemi del paese, come il lavoro, la lotta alla precarietà e alle disuguaglianze economiche.


In data 22 agosto inizia la seconda parte delle consultazioni del Presidente della Repubblica con i vari partiti.


Il primo a rilasciare dichiarazioni è Fratelli d’Italia: dichiarano di aver avuto un incontro molto schietto e franco con il Presidente della Repubblica, ammettendo che avrebbero intrapreso la strada del voto già qualche mese prima della crisi. A lor parere il governo giallo-verde non poteva avere vita lunga e, se ci fosse stata la coscienza di ciò, gli esiti della crisi sarebbero stati meno incerti e la via delle elezioni inevitabile ribadendo che per loro è l’unico esito possibile e l’unico percorso rispettabile per l’Italia. Il Presidente della Repubblica, come dichiarano, si troverebbe costretto a dover decidere fra due diverse prescrizioni costituzionali: l’andare al voto ed il verificare se ci sia o meno una maggioranza per governare. Rivendicano la necessità di un centrodestra che governa secondo elezioni, per loro, unico modo per avere un governo stabile. Il mandato spetterebbe di merito, secondo le loro dichiarazioni, ad un membro del centrodestra. Si sa che l’alleanza tra Fratelli d’Italia e Lega è molto probabile, ma ancora non si è sicuri sul ruolo di Forza Italia.


La seconda delegazione a rilasciare dichiarazioni è quella del Partito Democratico: dichiarano di aver prospettato al Presidente della Repubblica la possibilità di una diversa maggioranza per dare vita ad un governo che si basi sulla discontinuità politica e programmatica. Dichiarano che per il loro partito non è una scelta semplice, a causa di pesanti eredità e di differenze ideologiche che li separano da forze politiche come quella del Movimento 5 Stelle. Sono però preoccupati per i problemi che affliggono l’Italia dal punto di vista economico, imprenditoriale, sociale ed internazionale e si ritengono quindi, per questi motivi, disponibili a creare un governo di svolta, indicando al Presidente della Repubblica i primi non negoziabili principi che dovrebbero essere osservati dal nuovo governo, come per esempio la chiara ed indiscussa scelta europeista provando a costruire un’altra Europa, profondamente rinnovata dal punto di vista dello sviluppo, del lavoro e della solidarietà; il pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa partendo dal riconoscimento della centralità del parlamento concludendo con la svolta, senza accentramenti politici, nel campo economico. Dichiarano che quindi non sono disposti ad un governo a qualsiasi costo, ma ad un governo di svolta, alternativo alle destre.

Se queste richieste non dovessero essere soddisfatte, lo sbocco naturale della crisi dovrebbe essere il ritorno alle urne.


Il terzo partito a rilasciare dichiarazioni è Forza Italia: dichiarano di aver manifestato al Presidente della Repubblica la loro preoccupazione per questa crisi di Governo, aperta in un momento delicato per l’Italia. Il governo appena sperimentato avrebbe danneggiato profondamente l’economia italiana. Secondo loro le esperienze di governo si formerebbero con il tempo e l’esperienza, tra persone con idee compatibili, mettendosi a confronto prima del voto. Un governo che non sia "da laboratorio", che dimostri la responsabilità di cui si è fatto carico il centrodestra, che non sia una maggioranza non improvvisata e rappresentativa. Ribadiscono la necessità di un governo stabile e coeso, che riporti in Europa ed a livello internazionale rispettabilità per l’Italia.


Nel pomeriggio, il quarto partito ad uscire è la Lega: si dichiarano contenti di rappresentare una forza politica compatta che agisce secondo l'interesse del Paese. Sostengono che hanno intenzione di mostrare i problemi veri del paese che gli altri governi avrebbero tenuto nascosti nelle camere. Hanno ribadito che i troppi “no” hanno portato alla fine dell’esperienza di governo, che ha però effettuato anche cose positive. Matteo Salvini si definisce come il più strenuo sostenitore della precedente attività di governo. Annunciano che non hanno intenzione di tollerare manovre di palazzo e che l’unica via percorribile è quella delle elezioni. Riconoscono nelle alleanze ipotizzate fino adesso dei governi per andare contro qualcuno, in particolare Matteo Salvini e la Lega. Non hanno intenzione di cedere sul Decreto Sicurezza e Quota 100. Valuterebbero volentieri un accordo per far diventare gli ostacoli imposti dai parlamentari del Movimento 5 Stelle dei risultati. Secondo loro, Luigi Di Maio ha lavorato bene per l’interesse di questo Paese.


Esce poi il Movimento 5 Stelle: la crisi di governo avrebbe messo nella condizione di incertezza milioni di italiani ed il Consiglio dei Ministri non riuscirebbe ad approvare le leggi che servirebbero a salvare milioni di italiani. Manifestano delle preoccupazioni per i rischi che si delineano per l’economia, come l’aumento dell’Iva ed il ritorno alla Legge Fornero, che, secondo loro andrebbe a dichiarare il rischio di tornare indietro alla crisi economica del 2008. Ricordano inoltre che la maggioranza in Parlamento la rappresenta la loro fazione politica.

Hanno stabilito poi dieci punti fondamentali. Primo, il taglio del numero dei parlamentari, secondo, una manovra economica equa per fermare l’incremento dell’Iva, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale, la riduzione burocratica ed il sostegno delle nascite attraverso le famiglie e della disabilità, citando dalla parte imprenditoriale, l’abbasso delle tasse alle imprese e l’eliminazione delle norme fiscali inutili. Terzo, il cambio del paradigma a proposito dell'ambiente con un “Green New Deal”, affermando anche un’incisiva avversione nei confronti degli inceneritori e delle trivelle. Quarto, approvazione della legge sul conflitto d’interessi e la riforma della RAI secondo il modello BBC. Quinto, il dimezzamento dei tempi della giustizia e la riforma del metodo di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura. Sesto, maggiore attenzione verso l'autonomia differenziata ed alla riforma per gli enti locali. Settimo, legalità, con il carcere per i grandi evasori, lotta alle mafie ed ai traffici illeciti. Ottavo, piano d’investimenti per il meridione. Nono, riforma del Sistema Bancario. Decimo, tutela dei beni comuni, con la valorizzazione dei docenti,il riconoscimento dell’acqua come bene comune e la difesa della sanità, spezzando il legame tra politica regionale e sanità.


Ha poi parlato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, annunciando un ciclo di consultazioni completo per martedì (e di conseguenza anche mercoledì) prossimo.



In seguito ad incontri che potrebbero confermare l’alleanza fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con la figura rappresentativa di Giuseppe Conte, i gruppi parlamentari sono stati convocati per una seconda volta al Quirinale.

Il Gruppo misto della Camera dei Deputati afferma la possibilità a votare la fiducia al governo di svolta di cui il Paese ha bisogno, senza aver esercitato veti o pregiudiziali su i nomi. Hanno però espresso la loro preoccupazione per la situazione incerta del Paese, spingendo su alcuni temi come la questione ambientale, politiche sociali, conversione ecologica dell’economia, diritti civili, immigrazione e riduzione delle disuguaglianze.

Più Europa specifica che non garantirà a pieno la fiducia al nuovo Governo, dichiarando l’indisponibilità a votare un governo a scatola chiusa. Rilasceranno delle dichiarazioni definitive quando saranno più chiare le intenzioni del nuovo Esecutivo, anche loro premendo su alcuni argomenti come la questione europea, la finanza pubblica, l’immigrazione, la questione dei diritti, la giustizia e la sostenibilità ambientale.


Il Gruppo misto del Senato possiede delle posizioni differenti. Tuttavia, la maggioranza degli esponenti si dichiara timidamente o apertamente favorevole all’appoggio alla recente forma di governo tanto discussa.

Noi con l’Italia non voterà il governo Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, qualora trovassero un accordo questi due partiti essi faranno opposizione, pur non convocando le piazze.

Più Europa valuta la situazione.


In data 28 agosto si è svolto il secondo giro di consultazioni, forse conclusive, che potrebbero mettere la parola “fine” alla lunga crisi di governo.


I primi a rilasciare dichiarazioni sono i componenti del gruppo di Liberi e Uguali della Camera dei Deputati, esprimendo preoccupazione per la fase pericolosa che coincide con un punto molto importante dell’agenda economica del Paese. Ribadiscono la disponibilità a verificare le condizioni per un nuovo Governo di svolta, senza mettere veti o pregiudiziali, ma chiedendo soltanto discontinuità in campo programmatico per il nuovo governo. Il governo di svolta dovrà osservare le questioni in ambito economico e sociale, con la lotta alla precarietà, alle disuguaglianze, all’evasione fiscale, alle mafie e con una svolta nelle politiche sull’immigrazione. Dichiarano necessari il rilancio del sistema sanitario pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, una legge di bilancio che apra un confronto serrato con la Commissione Europea, la risoluzione della questione meridionale e la tutela dei diritti acquisiti dalle donne. Non si ritengono disponibili per un governo costituito soltanto per evitare il voto, ma che sia innovativo.


Rilasciano poi dichiarazioni il gruppo parlamentare delle Autonomie (compresi SVP PATT ed UV), annunciando che la loro speranza è quella di un governo con una forte inclinazione verso l’Europa, con un’attenzione particolare verso le minoranze linguistiche e le Regioni e Province a Statuto Speciale e che sia composto da una parte significante di moderati e contenga una percentuale rispettabile di donne (riferendosi ai nomi che circolano sui possibili Ministri del nuovo Governo che sarebbero, per ora, solamente maschi). I voti nel gruppo delle Autonomie saranno per alcuni la fiducia e per altri l’astensione, ma nessuno avrebbe intenzione di votare contro la nuova possibile forma di governo. SVP PATT vede con preoccupazione l’andamento della crisi per quanto riguarda i dati economici. Si dichiarano disponibili ad aiutare la formazione di un Esecutivo che scongiuri l’aumento dell’IVA, ma nel voto di fiducia si asterranno.


Il terzo gruppo a rilasciare dichiarazioni è quello di Fratelli d’Italia del Senato e della Camera dei Deputati che ribadisce l’unico sbocco possibile di questa crisi che sarebbe lo scioglimento immediato delle Camere ed il ritorno alle urne. Hanno chiesto al Presidente della Repubblica di considerare questa idea anche se Movimento 5 Stelle e Partito Democratico trovassero un accordo. Secondo loro, l’accordo che starebbero stipulando i due partiti sarebbe un patto incentrato sui ruoli e non sui programmi per i cittadini italiani. L’unico modo per dare stabilità al Paese sarebbe quello di eleggere un Governo di forte mandato popolare che garantirebbe una visione condivisa sulle grandi questioni. Minacciano l’invocazione delle piazze in caso di formazione del presunto governo siglato con l’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.


Successivamente è il turno del gruppo del Partito Democratico del Senato e della Camera dei Deputati che dichiara di aver comunicato al Presidente della Repubblica la disponibilità a dar vita ad un governo di maggioranza politica con a capo un membro indicato dal Movimento 5 Stelle in quanto partito di maggioranza relativa. Hanno ribadito l’esigenza di un governo di svolta e di discontinuità per questo Paese. Desiderano un governo che dia speranza agli studenti che fra pochi giorni sono richiamati sui banchi di scuola e nelle aule universitarie, ai laureati ed alle laureate che non sono riusciti a trattenere nel Paese e non riuscendo a garantire a questi giovani il diritto al futuro; che dia sostegno a chi desidera cercare lavoro in Italia e realizzare il proprio progetto di vita; che sostenga un modello di sviluppo fondato sulla legalità e sulla sostenibilità ecologica, rappresentando discontinuità con le politiche economiche proponendo nuove manovre in chiave ridistributiva e di attenzione all’equità sociale, territoriale, generazionale e di genere. Comunicano che secondo loro vale la pena tentare questa esperienza.


Il gruppo di Forza Italia del Senato e della Camera dei Deputati ribadisce la necessità ritorno alle urne e la preoccupazione per lo scenario che si sta delineando. L’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sarebbe una soluzione politicamente sbagliata in quanto l’Italia avrebbe bisogno di una svolta liberale e liberista basata sul taglio delle tasse, la diminuzione della spesa pubblica, il taglio del cuneo fiscale, sulla riduzione del perimetro dello Stato, sulle privazioni, sulla tutela della famiglia, su una riforma della giustizia in senso garantista e sulla difesa della libertà dei cittadini. Il governo dovrebbe essere in rapporti amichevoli con le imprese e con chi lavora, e punto di riferimento per le categorie produttive, dando aiuto ai giovani e a chi si trova ai margini del mercato. I principali nemici da battere sarebbero l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria. Questi obiettivi sarebbero perseguibili da una forza autenticamente liberale come Forza Italia. Rivendicano la posizione di fondatori e principali architetti del centrodestra unito.


Il penultimo gruppo a rilasciare dichiarazioni è quello di Lega - Salvini Premier del Senato e della Camera dei Deputati.La maggioranza che sarebbe rappresentata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non sarebbe una maggioranza legittima ed il Presidente del Consiglio del Ministri (riferendosi al nome di Giuseppe Conte) è, in modo tremendamente sarcastico, definito come Monti-bis. L’unica via sostenibile dal punto di vista della dignità sarebbero le elezioni per scongiurare un governo spinto dall’odio verso la Lega. Sarebbero giunte da sindaci e governatori leghisti messaggi di compattezza verso il partito e di incredulità verso la situazione che si sta conformando, che non corrisponderebbe ad un governo di prospettiva lungimirante. Il giudizio popolare, secondo la loro parola, sarà inevitabile.


Infine rilascia dichiarazioni il gruppo del Movimento 5 Stelle del Senato e della Camera dei Deputati. Ringraziano il Presidente della Repubblica per la sensibilità istituzionale che mostra nei confronti della situazione difficile che sta affrontando il Paese. Rivendicano le proprie responsabilità e dichiarano che non se ne sottrarranno effettuando operazioni come la fermata all’aumento dell’IVA prevista in autunno. Elogiano la figura di Giuseppe Conte, uomo, secondo le loro parole, di grande coraggio che ha dimostrato di saper ottenere rispetto in Europa. Ringraziano la Lega di aver proposto, anche a livello istituzionale, il nome di Luigi Di Maio come Presidente del Consiglio dei Ministri, ma declinando l’offerta con la convinzione di una priorità del bene del Paese nei confronti del bene personale. La stessa scelta avvenne, in modo interno al partito, già il 4 marzo del 2018, proponendo invece Giuseppe Conte, avviando così una stagione politica ricca di provvedimenti storici che i cittadini aspettavano da anni. Non rinnegano il lavoro compiuto con la Lega nei quattordici mesi di governo precedenti alla crisi, ma ribadiscono la necessità di un primo piano per l’Italia anche sul piano nazionale (evocando i complimenti del Presidente degli Stati Uniti d’America). Dichiarano la necessità di discutere prima sul piano programmatico e poi sul piano delle nomine, definendo il dialogo politico degli ultimi giorni come poco edificante.


Ha infine parlato il Portavoce del Presidente della Repubblica, annunciando la convocazione del possibile Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per le 9.30 del 29 agosto.



Fonti: Senato Tv, Tg La7, Rai News, Canali di comunicazione del Quirinale


 
 
 

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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
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