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«Hanno ammazzato il giudice Falcone»

Il 23 maggio del 1992, il giudice antimafia Giovanni Falcone veniva brutalmente assassinato dalla mafia a Capaci, sull'autostrada A29, a Palermo.


Giovanni Falcone è appena tornato da Roma, le auto blindate e tutta la scorta lo prendono con sé e lo accolgono per il suo ritorno, ma fuori dall'aeroporto è posizionata un'automobile con a bordo Giovan Battista Ferrante e Salvatore Biondo, i quali, avvertiti telefonicamente da Domenico Ganci, avevano aspettato pazientemente che il corteo di macchine della scorta del giudice uscisse dall'aeroporto. Chi abbia avvertito della partenza da Roma e dell'arrivo a Palermo gli attentatori è ancora un'incognita.


Da questo punto in poi gli angoli di osservazione del movimento del giudice Falcone sono due: il primo è costituito da un'automobile che segue il corteo da una corsia parallela all'autostrada, mentre il secondo è costituito da altri due mafiosi che osservano il tutto da una collinetta sopra Capaci con il radiocomando pronto per l'attivazione. Sull'automobile è presente Gioacchino La Barbera, mentre sulla collinetta aspettano Antonino Gioè e Giovanni Brusca.


Sono le 17.57, Antonino Gioè da il via libera a Giovanni Brusca per l'esplosione, ma quest'ultimo, alla vista di un notevole rallentamento nella velocità da parte del corteo esita ed aspetta ancora un po'. Sono le 17.57 e 48 secondi.


L'esplosione colpisce in pieno la prima macchina del corteo, una Fiat Croma di colore marrone, la quale viene scaraventata in un giardino distante poche decine di metri dalla strada su cui era stato posizionato l'esplosivo; muoiono Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. La seconda macchina è guidata dal giudice stesso, il quale viene scaraventato contro il parabrezza insieme alla moglie. Anche la terza auto subisce dei danni e vengono feriti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo: proprio questi scendono a soccorrere gli altri membri del corteo, temendo il raggiungimento di qualche sicario pronto a controllare se il giudice fosse ancora vivo o no. Riescono a tirare fuori dai finestrini la moglie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, mentre il giudice antimafia dovrà aspettare l'arrivo dei Vigili del Fuoco.

Moriranno in ospedale la sera stessa a causa delle violente emorragie.


La strage di Capaci avrà poi ripercussioni serie ed importanti sia sull'opinione pubblica che sulla politica stessa: in primo luogo, quando gli agenti della terza macchina, la Fiat Croma di colore azzurro, si affrettavano per il soccorso di quanta più gente possibile prima del probabile arrivo repentino dei sicari, i primi ad arrivare sono gli abitanti del luogo, che prestano aiuto a tutte le macchine coinvolte in quel vile attentato; in seguito, la strage di Capaci influenzerà anche l'elezione del Presidente della Repubblica, argomento all'ordine del giorno all'epoca, in cui il candidato più accreditato veniva indicato con il nome di Giulio Andreotti, il quale successivamente non verrà eletto, consegnando la vittoria a colui che fu il nono Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, eletto il 25 maggio.


In seguito ai due processi avvenuti in merito verranno indicati come responsabili i seguenti nomi: Salvatore Riina, Giovanni Brusca, Pietro Rampulla, Santino Di Matteo, Gioacchino La Barbera, Antonino Gioè, Giovan Battista Ferrante, Salvatore Biondo, Salvatore Biondino, Antonino Troia, Giovanni Battaglia, Leoluca Bagarella, Salvatore Cancemi, Raffaele Ganci.


Giovani lettori, scolpire nella vostra mente questa data e quest'orario: 23 maggio del 1992 alle ore 17.57 e 48 secondi, la morte di un servitore dello Stato ad opera di quel mostro che ci somiglia, comunemente chiamato mafia.

E.B.&T.S.


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LA VOCE CORTONESE

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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Music promoted by https://www.free-stock-music.com
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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