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Il fu Cortonissima '60

Questo è un articolo scritto da una nostra lettrice ed assidua collaboratrice che ha segnato la nascita di questo giornale: Francesca Pallini. Riguarda l'annullamento di un evento, il quale, sul punto di partire, avrebbe ottenuto un annullamento repentino ed inaspettato dal Comune.



Questo non è stato un anno facile per nessuno; il famigerato coronavirus, che ha scatenato una pandemia con conseguenze economiche disastrose ma, soprattutto, con mutamenti nel tessuto sociale mondiale che non hanno precedenti, ha messo in ginocchio diverse attività, soprattutto quelle che concernono l’ambito del settore terziario. L’esempio più chiacchierato è stato il mondo dello spettacolo, costretto a rispettare normative igienico-sanitarie, purtroppo necessarie, allucinanti e macchinose, in quanto l’ambito artistico poco si presta ad una fruizione che non sia anche condivisione e socialità. Nonostante questo, si è ritenuto giusto, anzi indispensabile riaprire le porte degli eventi culturali per diversi motivi, innanzitutto perché forieri di una ripresa turistica ed economica, ma anche perché promotori di un seppur attenuato da una patina nostalgica e malinconica, ritrovato benessere.


Il nostro comune ospita in questi giorni CortonaAntiquaria, la più antica mostra sull’antiquariato d’Italia: eventi, convegni e tutto il possibile per attirare persone nella città di Cortona, che ormai da tempo si regge quasi esclusivamente grazie al turismo. Un’iniziativa quest’anno simbolica e coraggiosa, un segno di determinazione di fronte a ogni avversità, determinazione che in un borgo come il nostro non può che chiamarsi istinto di sopravvivenza. In un paese che si regge grazie ai turisti, spesso purtroppo si è portati ad amministrare la cultura in funzione del loro afflusso e non, a favore dei cittadini cortonesi, vecchi e, soprattutto, giovani.

A parte alcune iniziative di privati, da parte dell’amministrazione non sono stati organizzati eventi che strizzassero l’occhio alle nuove generazioni, invitandoli alla curiosità e all’amore per la conoscenza.


Forse un evento c’era, uno spettacolo di cui non si è sentito parlare in giro. Si tratta di Cortonissima ’60: sulla scia del celeberrimo varietà Canzonissima, si prospettava una rassegna dei classici della musica italiana prodotti negli anni Sessanta, un’occasione che vedeva coinvolti residenti e non, ideata da cortonesi per i cortonesi. La performance avrebbe dovuto aver luogo venerdì 21 Luglio.


I cantanti erano pronti, i tecnici erano stati chiamati, il preventivo fatto; c’era una certezza, anche se non conclamata, anche se niente era stato ufficializzato, che Cortonissima ’60 sarebbe stata una serata interessante e divertente ma, soprattutto, concreta.

È dispiaciuto sapere che, però, l’evento è stato cancellato per mancanza di fondi, un evento che non portava una spesa troppo grande, ma non aveva d’altro canto neanche un biglietto da pagare. Ciò che amareggia è l’apparente noncuranza e indifferenza mostrata dal Comune nei confronti organizzatori, al suono di “non era ancora sicuro”, quando invece, anche se non nella carta, lo spettacolo aveva già una sua forma, quasi tangibile.

Una domanda sorge spontanea: CortonaAntiquaria ha richiesto così tanti soldi a questa giunta?


L’emergenza sanitaria indubbiamente ha piegato e distrutto molte possibilità di intrattenimento per quest’estate, ma c’era la speranza di poter sentire i tanti, e nascosti, talenti cortonesi esibirsi anche solo per una volta, come baluardo di resurrezione.


In una realtà che non lascia spazio ai giovani ma, anzi, li limita a scelte lavorative, se così si possono chiamare, dinastiche o ad impieghi poco stimolanti se non del tutto opprimenti e svilenti, l’unica soluzione è l’esodo.


Francesca Pallini



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LA VOCE CORTONESE

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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Music promoted by https://www.free-stock-music.com
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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