Intervista con Fratelli d'Italia - Ep.3 - L'ambiente
- Redazione
- 24 nov 2019
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 10 gen 2020
"Noi, riciclando la plastica, non sappiamo che, nel mercato del riciclo della plastica, non c’è più bisogno di plastica perché ce ne è così tanta che anche riciclandola, le aziende non verranno mai a richiederla. La vera battaglia da compiere è quella per la diminuzione del rifiuto"

Nicola Carini
"Si è perso il senso e quel dovere civile di responsabilità che si manifesta anche nei piccoli gesti ed è per questo che alcune volte mi piace essere di destra"

Marco Vanni
"Al giorno d’oggi, fondamentalmente, attraverso la tecnologia un’azienda può essere resa smart, oppure può essere resa autosufficiente dal punto di vista della miglioria energetica anche nell’ambito dell’automazione"

Gian Mario Mangani
Arriviamo al discorso dell’ambiente, passando prima per un altro tassello che riguarda il discorso dell’ecologia e dell’ambientalismo, cioè l’Ordinanza n°24. Apparentemente poteva sembrare un primo passo verso l’ambiente, ma leggendola dava sempre più l’impressione di essere una semplice manovra urbanistica o di semplice pulizia. Magari l’idea che l’ambientalismo sia arrivato nelle istituzioni potrebbe essere lontana.
Gian Mario Mangani
L’Ordinanza n°24 del 30 di luglio, la quale noi appoggiamo e con la quale ci troviamo d’accordo, fondamentalmente, vuole richiamare e sensibilizzare il senso civico delle persone, che in questi anni è stato messo in discussione da un po’ di incuria a livello privato (poiché l’Ordinanza si rivolge, effettivamente al privato ed al singolo cittadino, al proprietario terriero) ed i soggetti di questa azione devono necessariamente tenere, in maniera corretta, i propri possedimenti ed anche i fossi in questione.
Riguardo l’ambiente: il clima è cambiato negli ultimi anni. Ci accorgiamo, per esempio, che le bombe d’acqua sono sempre più frequenti e quindi è buona norma di tutti quanti cercare di sensibilizzarsi, nel suo piccolo, in funzione del mantenimento della pulizia dei propri possedimenti.
L’ambiente è casa di tutti, quindi ognuno deve contribuire a renderlo pulito. Dunque sì: l’Ordinanza in questione è un primo passo, perché si vuole rendere conscio e consapevole ogni cittadino di quello che ha e di come deve, soprattutto, mantenerlo. Noi infatti non intendiamo il concetto di pulizia solo con il defluire dell’acqua, ma anche con lo scopo di creare un ambiente sempre più salubre, perché si sa che l’incuria porta anche ratti, roditori e tutti gli animali che poi portano malattie. La pulizia anche in funzione dell’igiene e del funzionamento del sistema idrico, in modo da far defluire meglio l’acqua presente nei fossi.
Per come è strutturata l’Ordinanza, possiamo dire che quella struttura è una struttura preventiva, perché ci sono due cicli di manutenzione da effettuare (uno entro il 15 di aprile ed un altro entro il 31 di ottobre) anche se un’idea di fondo è che questa operazione contribuisca ad essere tutti consapevoli del proprio dovere civico nei confronti del Comune, ma soprattutto dell’ambiente.
Nicola Carini
Se posso aggiungere: il primo passo verso l’ambientalismo per creare un senso civico (come si è detto prima), non lo fa il Comune (poiché si possono fare mille ordinanze e si possono formulare mille idee....), ma lo fa il cittadino. Perché se non c’è questo senso civico diventa difficile dare seguito a qualsiasi tipo di ordinanza.
E’ chiaro che tutto il resto viene poi di conseguenza, certamente non si è risolto il problema ambientale con questa ordinanza anche perché poi ci devono essere dei controlli ma è un’attenzione delle istituzioni verso il problema il fatto che queste dicano di fare attenzione verso il proprio dovere ed il proprio compito.
In Italia abbiamo il brutto vizio di mandare tutto all’aria dicendo che tanto non funziona niente e che è tutto sbagliato, le quali affermazioni sono, in alcuni casi, veritiere, ma se si comincia a fare ognuno il proprio lavoro si può risolvere il problema. Questo è l’obiettivo dell’Ordinanza.
Aurelio Ciccarelli
A proposito dello studio dell’educazione civica, che qualcuno vuole saggiamente abolire…
Marco Vanni
Qui può anche essere un discorso legato all’educazione civica, ma l’Ordinanza è stata fatta per dire che ad un reato corrisponde o una punizione, od un richiamo. Si è perso il senso e quel dovere civile di responsabilità che si manifesta anche nei piccoli gesti ed è per questo che alcune volte mi piace essere di destra, per ricordare dei doveri che si adempiono sulla base del rispetto e della costruzione di una società. Perché la bomba d’acqua darà sicuramente fastidio, ma se il 50% dell’acqua defluisce dal canale di scarico forse possiamo sperare di ottenere meno danni.
Nicola Carini
Sì, poi noi siamo in un’epoca in cui gli eventi atmosferici alcune volte sono di carattere importante. Noi a proposito stiamo facendo un grande lavoro (anche nei territori vicino a Camucia) pur dovendo aspettare i tempi degli uffici, dei permessi e della burocrazia, garantendo così una salvaguardia, ma anche un onere. E’ chiaro che se succede ciò che è successo a Rigutino (vale a dire lo scarico, in quaranta minuti, della stessa quantità d’acqua che, in media, si ottiene in una settimana) i problemi possono presentarsi, al di là del lavoro svolto.
Quindi la posizione ufficiale della sezione cortonese di Fratelli d’Italia sul clima è una posizione che richiede prima l’assunzione di senso civico, piuttosto che l’azione immediata nel campo amministrativo.
Nicola Carini
Io di solito discuto con Matteo Scorcucchi (ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cortona) a proposito del discorso dell’inceneritore e dei termovalorizzatori. Una parte viene, chiaramente, bruciata e nessuno dice il contrario, ma tutto ciò viene eseguito in maniera abbastanza sicura affinché quegli agenti liberati nell’aria non siano particolarmente dannosi per l’uomo. Noi dobbiamo però creare l’alternativa. Sento, in questi giorni, che il governo vuole tassare gli aerei e la plastica perché inquinano, per me questo non è un atteggiamento serio: se un oggetto inquina, lo si toglie. Però se quest’oggetto possiede un’economia allora lo si tassa, ma questa tassa la paghiamo tutti noi e la plastica inquina allo stesso modo.
I rifiuti (legati anche al discorso della differenziata che noi appoggiamo fermamente) non si sa dove vadano a finire. Noi, riciclando la plastica, non sappiamo che, nel mercato del riciclo della plastica, non c’è più bisogno di plastica perché ce ne è così tanta che anche riciclandola, le aziende non verranno mai a richiederla. La vera battaglia da compiere è quella per la diminuzione del rifiuto.
Un altro dato che forse non sapete: nel Valdarno c’è il Podere Rota, che è la discarica di tutta la valle e gli introiti di quella discarica sono utilizzati anche da noi per ricaduta, anche nelle nostre bollette. Firenze, che non è dotata di impiantistica e non ha inceneritori, scarica a Podere Rota e per fare ciò ci da un sacco di soldi e se un domani Firenze smettesse di scaricare a Podere Rota, le nostre bollette ne risentirebbero, perché quegli introiti lì non ci sono più.
Secondo me, si dovrebbe fare un analisi concreta del problema: non capisco perché a Copenaghen si possa fare un termovalorizzatore in mezzo alla città con una pista di scii attorno senza che nessuno dica nulla e noi siamo costretti a fare i comitati per chiederne anche soltanto la costruzione. Sono d’accordo con chi sostiene che, probabilmente, stare accanto ad un termovalorizzatore non sia proprio piacevole, ma qui bisogna effettuare un cambio di mentalità, ma per non citare Copenaghen potremmo citare Brescia, dove metà città è alimentata con il termovalorizzatore.
Noi avremmo anche una discarica: è quella della Pietraia, chiusa e che costa più di trecentomila euro ogni anno per i costi di copertura, di pulizia e di trattamento. Non so se però sapete di quella di Portole: quando arrivate a Portole, ad un certo punto, c’è una curva con una rete (rotta) ed una balaustra. In quel posto veniva buttato il sudicio.
Dato che noi pensiamo che la politica sia anche serietà: la diminuzione del rifiuto è accettabile e giusta, ma gli impianti sono necessari perché senza essi, non sappiamo dove mettere il rifiuto, magari costruendo degli impianti moderni e controllati, piazzandone però uno per provincia.
Il grande dibattito sull’ambiente, oggi in Toscana, è creare o meno un Ato unico: noi siamo Grosseto – Siena ed Arezzo, cioè Ato sud, poi c’è Ato centro ed Ato nord ed Ato costa. Il presidente Rossi vuole fare l’Ato unico, ciò vuol dire la fusione di tutti questi distretti in un unico Ato, enorme. Secondo il nostro concetto, più questi sistemi sono grandi più sono incontrollabili e la politica ha più possibilità di mangiarci sopra, per questo noi proponiamo il contrario, cioè di creare degli Ato più piccoli, magari anche lasciando invariato Ato sud, ma rendendolo indipendente. Arezzo è l’unica provincia che ha il suo inceneritore, prendendo un sacco di soldi alla fine dell’anno, ma è un inceneritore di moderna concezione. Noi ci domandiamo perché Grosseto e Siena non devono avere i loro impianti?
Alla fine i temi ambientali sono questi, perché alla fine è facile andare in piazza con il cartello, con tutti messaggi giusti, sia mai, il concetto di attirare la gente in piazza per una tematica così importante è giustissimo, ma ci vuole anche della sostanza e della concretezza.
La politica deve anche essere fatta di concretezza.
Avete introdotto anche l’importanza del tema dell’ambientalismo per i giovani…
Nicola Carini
Anche alla destra.
Non direi.
Nicola Carini
No, ti dico questo, perché molto spesso è stato usato come tema di sinistra o vicino alla sinistra, ma in realtà non è così. La destra ha sempre fatto battaglie in merito: Fare Verde, di cui il fondatore è morto qualche settimana fa, è un’associazione al pari di Legambiente, che però è un’associazione legata alla destra. Come i sindacati: ci sono la CGIL, la CISL e la UIL, ma ci sono anche sindacati magari di centro ed anche di destra.
Marco Vanni
Esistono anche sindacati non di sinistra…
Nicola Carini
Esatto. Però il tema ambientale è sempre stato al centro della politica della destra, in maniera non ideologica, ma concreta. L’ideologismo alcune volte si rivela essere, semplicemente, aria fritta.
Marco Vanni
Diciamo che, storicamente, alcuni personaggi che, in passato, costituivano i Verdi, erano elementi che, prima di essere verdi, erano connotati come politici nell’area del centrosinistra e magari si facevano fautori della difesa dell’ambiente come unica ragione di vita, però erano, probabilmente, più di centrosinistra. In questo modo è sempre passato il messaggio che, quando il politico nazionale parlava dell’ambiente, prima di essere un politico che faceva del suo cavallo di battaglia la difesa dell’ambiente era comunque un politico di sinistra.
L’acqua e l’aria sono utilizzate da tutti; il prato è terra di tutti; il prato che nutre gli animali che noi mangiamo devono essere un bene un po’ di tutti. Sono questioni che non possono essere risolte in ambito territoriale, ma le soluzioni possono essere diverse, magari anche a seconda del partito.
Quindi ci deve essere un dibattito comune a tutte le forze politiche nei confronti della tematica?
Gian Mario Mangani
Più che le forze politiche in questo progetto devono rientrare tutti, oltre il senso civico, anche le grandi multinazionali, cercando di abbattere le emissioni, infatti all’ultimo G20 si è parlato ampiamente di questa problematica e si è preso come impegno, entro il 2030, di abbattere completamente il livello di inquinamento portandolo a zero, questo vuol dire autosostenersi, poiché, al giorno d’oggi, fondamentalmente, attraverso la tecnologia un’azienda può essere resa smart, oppure può essere resa autosufficiente dal punto di vista della miglioria energetica anche nell’ambito dell’automazione. Le aziende devono iniziare ad adottare questi sistemi, partendo da quelle grandi che inquinano di più, arrivando poi anche a quelle piccole.
Oggi ci sono degli incentivi interessanti e spero vengano prolungati anche per i prossimi anni. L’industria 4.0, secondo me, è un buon incipit per cercare di rendere smart ed, allo stesso tempo, efficienti tutte le aziende energivore, grazie all’energia fotovoltaica, alle pompe di calore etc. si riesce a consumare meno energia e quindi produrre meno emissioni, le quali sono il principale danno per l’ambiente a livello mondiale.
continua...
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