La crisi più difficile dal secondo dopoguerra
- Redazione
- 22 mar 2020
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Con queste e con altre parole, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato ieri la serie di nuove misure per il contrasto al contagio del Covid-19.
Facciamo nostre le parole del Presidente del Consiglio, le quali sono state pronunciate in un discorso trasmesso in diretta dalle maggiori emittenti nazionali la sera del 21 marzo alle ore 11.15 della sera. L'annuncio è costituito essenzialmente da due parti: una prima parte in cui il Presidente del Consiglio effettua un discorso libero e concettuale, con una seconda parte che, invece, parla dei dati raccolti e delle misure intraprese.
«Sin dall'inizio ho scelto la linea della trasparenza, la linea della condivisione, ho scelto di non minimizzare, di nascondere la realtà che ogni giorno è sotto i nostri occhi. Ho scelto di rendere tutti voi partecipi della sfida che siamo chiamati ad affrontare: è la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra».
Questo è stato il preambolo del discorso, caratterizzato da una forte persistenza sui caratteri sociali che sono stati ribaditi dalle forze governative anche nei giorni scorsi, come la solidarietà e la perseveranza, non tanto verso una filosofia di ottimismo, ma verso la collaborazione procedurale delle varie parti sociali e civili.
«In questi giorni durissimi siamo chiamati a misurarci con immagini, con notizie che ci feriscono un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria anche quando questo, ci auguriamo presto, sarà finito. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova: questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi condividiamo, non sono semplici numeri. Quelle che noi piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari».
Il Presidente del Consiglio ha poi esposto la propria comprensione nei confronti di coloro che stanno provando a cambiare le proprie radicate abitudini, esprimendo anche un monito per tutti nei confronti del rispetto delle regole.
«Il nostro sacrificio di rimanere a casa - ha poi aggiunto Giuseppe Conte - e peraltro minimo se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri concittadini negli ospedali, nei luoghi cruciali per la vita del Paese, c'è chi rinuncia e chi rischia molto di più».
Questa è una parte del ringraziamento che il Presidente del Consiglio ha rivolto ai medici, agli infermieri ed alle altre forze di carattere militare e del mondo lavorativo.
Viene enunciata poi la seconda parte del discorso, dove si annunciano i provvedimenti decisi dall'Esecutivo:
«Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo. La decisione assunta dal Governo è quella di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni, servizi essenziali».
Tengono quindi aperti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di beni di prima necessità, nonostante siano state annunciate restrizioni sui giorni di apertura dei supermercati. Provvedimento mancante che ha costretto il Presidente del Consiglio ad invitare tutta la cittadinanza al mantenimento della calma.
Gli esercizi mantenuti aperti sono i seguenti:
- Supermercati
- Negozi di generi alimentari
- Farmacie
- Parafarmacie
- Servizi bancari
- Servizi postali
- Servizi assicurativi
- Servizi finanziari
- Servizi pubblici essenziali
All'infuori delle attività citate, è concesso il solo adempimento al proprio ruolo lavorativo attraverso lo smart-working (lavoro digitale, lavoro a distanza), oltre che il mantenimento dello stato produttivo di aziende ritenute, in ogni caso, rilevanti per la produzione nazionale.
Il Presidente del Consiglio ha poi amaramente notificato la trasformazione dello stato d'emergenza sanitaria in piena emergenza economica, annunciando la vicinanza dello Stato e chiedendo alla popolazione una collaborazione unitaria basata sull'assunzione personale del proprio ruolo come anello di una catena, dedita al contrasto del contagio nel suo momento di culmine.
«Uniti ce la faremo».
Queste sono le ultime parole del discorso.
E.B.
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