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La Parola della settimana: "lettere"

La parola della settimana:

Lettere

Lèttra (epistola)

Casamícciola (cassetta per le lettere)


Invertile, girale, cambiale, scambiale, toglile, aggiungine.

Mescola questi piccoli atomi e comunica

al mondo attraverso di loro.


Lettera. Viene dal latino littera, termine che dapprima significava "lettera dell'alfabeto" e, successivamente, tutto ciò che con esse si costruisce: l'epistola, il documento, il testo e così via discorrendo. Volta al plurale, questa parola tende ad indicare gli studi umanistici, come letteratura, lingua e storia - anche in questo caso il significato deriva dal latino, così come i suoi derivati (come letterato e letteratura).

I grammatici greci distinguevano le lettere per la forma grafica, il nome ed il valore (ovvero il suono corrispondente). Con l'avvento della stampa, poi, abbiamo cominciato a chiamare in questo modo anche i singoli caratteri mobili che imprimono l'inchiostro sulla carta.

Oggi, definiamo lettere anche le missive, lettere per eccellenza, che con l'avvento del telefono sono state inevitabilmente superate. Da qualche anno, però, con il diffondersi della posta elettronica e delle applicazioni di messaggistica istantanea (e gratuita), stiamo riportando sul piano scritto anche le conversazioni non ufficiali.

Per molti secoli la lettera è stata l'unico mezzo di comunicazione a distanza; per esempio, nei Vangeli possiamo trovare numerose lettere, come quelle di Paolo, di Pietro, di Luca, di Giuda o la lettera agli Ebrei.

Di lettere, intese come epistole, quindi, ne esistono di vari tipi: dalle anonime, dove il mittente non specifica il proprio nome, alle aperte, utilizzate per lo più dai giornalisti, fino alle lettere pastorali e di presentazione, rivolte ad una quantità maggiore di persone.

 

Le lettere nell’arte: dal Barocco al Futurismo

Le lettere, intese come sia come epistole, sia come atomi di parola, sono state protagoniste di numerose opere d'arte.

Il dipinto Donna che legge una lettera davanti alla finestra, di Jan Vermeer, databile al 1657, per esempio, rappresenta una donna (forse la stessa moglie dell'artista, Chatarine Bolnes) intenta a leggere una lettera, in piedi di fronte alla finestra, che riflette il suo volto assorto nella lettura. Lo sfondo è una parete chiara, illuminata dalla luce proveniente dalla finestra, su cui si proiettano le ombre della donna e della vetrata.

Se intendiamo questa parola come lettera dell'alfabeto, invece, non possiamo non forse riferimento alle Parole in libertà , stile letterario introdotto dal Futurismo, in cui le parole che compongono il testo non hanno alcun legame sintattico fra di loro e non sono organizzate in frasi o periodi. In questo particolare stile, la punteggiatura viene abolita, così come gli accenti e gli apostrofi. I principi e le regole di questa tecnica letteraria sono stati scritti da Filippo Tommaso Marinetti nel "Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista". Un altro esempio di "parole in libertà" si può trovare nel libro Zang Tumb Tumb, dello stesso Marinetti.



Donna che legge una lettera davanti alla finestra (1657 c.a., Jan Vermeer)

Parole in libertà, Filippo Tommaso Marinetti


 

Romanzi epistolari: quando le lettere raccontano storie

Nella letteratura, possiamo trovare vari esempi di opere formate da una serie di missive; tali testi vengono, infatti, definiti anche "romanzi epistolari". Ne sono un esempio Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1798), di Ugo Foscolo, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana, nel quale sono raccolte le lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, mandò all'amico Lorenzo Alderani prima di togliersi la vita. Dopo il suicidio, Alderani le avrebbe consegnate alla stampa corredandole di un'introduzione e di una conclusione. Altro esempio iconico è, sicuramente, Dracula (1897), di Bram Stoker, scritto in forma di stralci di diari e di lettere e considerato uno degli ultimi romanzi gotici, se non proprio l'ultimo. La vicenda è narrata sotto forma di una raccolta di scritti di alcuni dei protagonisti del racconto, il quale inizia il 3 maggio 1890 con il giovane avvocato Jonathan Harker, inviato in Transilvania dal suo capo, Peter Hawkins, per curare l’acquisto di un’abitazione a Londra fatto da un nobile transilvano, il Conte Dracula. Degno di nota, è, infine, Storia di una capinera (1871) di Giovanni Verga, romanzo epistolare in parte autobiografico; prende spunto, infatti, da una vicenda vissuta in prima persona da Verga in età giovanile. L’episodio risale all’estate 1854-1855 quando, in seguito all’epidemia di colera che si era scatenata su Catania, la famiglia Verga si rifugia a Tebidi, una località tra Vizzini e Licodia. Verga, all’epoca quindicenne, si innamora di Rosalia, giovane educanda del monastero di San Sebastiano.


 

L’anno che verrà: lettera in musica per eccellenza

Pochi giorni dopo l’inizio di questo mese abbiamo ricordato l’anniversario della nascita di Lucio Dalla; così, pochi giorni prima della fine di questo mese, vogliamo ricordare nuovamente la figura di questo grande cantautore tramite una canzone che scrisse ed incise nel 1979. Il titolo è L’anno che verrà, e rappresenta a tutti gli effetti una vera e propria “lettera musicale”. In questa canzone, Dalla scrive ad un amico, probabilmente Giuseppe Rossetti (il quale era stato incastrato per motivi politici ed era stato portato in carcere), descrivendo i buoni propositi e le speranze per l’anno a venire.

Analizzando il testo da vicino, ci rendiamo conto di quanto questo testo sia attuale: dopo un anno come quello passato, abbiamo sperato in una rinascita, eravamo carichi di speranze per un anno migliore. In fondo, il brano di Dalla parla proprio di questo, e ci sono alcune frasi in particolare che ci fanno ricollegare questa canzone al periodo che stiamo vivendo.


…si esce poco la sera, compreso quando è festa… E si sta senza parlare per intere settimane / e a quelli che hanno niente da dire / del tempo ne rimane…
 
Amore mio, ho fatto tesoro della tua lettera, l'ho letta. Mi ha reso felicissimo. Solo una cosa mi ha contrariato... Hai sbagliato a scrivere il mio nome.

Charles M. Schulz



Una lettera, nel momento in cui la infili nella busta, cambia completamente. Finisce di essere mia, diventa tua. Quello che volevo dire io è sparito. Resta solo quello che capisci tu.

Cathleen Schine



 

A cura di: Filippo Trenna, Edoardo Bettacchioli e Francesca Borrini.


5 Comments


Fantastiche le parole: Amore mio, ho fatto tesoro della tua lettera, l'ho letta. Mi ha reso felicissimo. Solo una cosa mi ha contrariato... Hai sbagliato a scrivere il mio nome.


Charles M. Schulz


e : …si esce poco la sera, compreso quando è festa… E si sta senza parlare per intere settimane / e a quelli che hanno niente da dire / del tempo ne rimane…

complimenti Filippo e Edoardo e Francesca



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luci.mencarelli
Mar 27, 2021

Bravi, bravissimi!!!

Ancora una volta avete toccato il cuore, coinvolgendoci fino in fondo. Bellissime citazione... di certo non mi aspettavo il

”papà“ di Snoopy!!! Qualcuno mi chiede come può fare per potervi leggere sempre: cosa rispondo???

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mmmmhh molto interressante molto bene parlero di questo giornale al mio vecchio redattore

ARACIBALDO

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soniacalosci
Mar 22, 2021

Come sempre la parola è analizzata approfonditamente e in modo completo.

Ci arricchisce. La lettura risulta facile e insomma devo ancora dire che siete proprio bravi

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Complimenti ancora per l'interesse che suscitate nel leggere i vostri articoli! Innanzitutto un grazie va per la scelta delle parole e per come vengono trattate: riuscire a legate insieme gli aspetti etimologici, storici, artistici ecc. con quelli contemporanei (vedi quello musicale con Dalla) non è semplice né scontato! Ma i maggiori complimenti vanno a voi ragazzi che, in un tempo di "svogliatezza" e di pochi stimoli, di didattica a distanza che non è d'aiuto per tanti giovani lasciandoli "chiusi" nelle loro stanze e isolati, voi riuscite ad "usare" le LETTERE per essere creativi, spaziare e portare avanti ricerche e contributi di grande spessore suscitando in noi la gioia dell'attesa per questo appuntamento così importante! Valeria

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LA VOCE CORTONESE

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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Music promoted by https://www.free-stock-music.com
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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