"Organizzazioni criminali nel territorio cortonese"
- Redazione
- 3 apr 2021
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Nell'elenco dove sono scritti i punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale è segnato anche un punto che cita delle possibili infiltrazioni criminali all'interno del territorio.
Come abbiamo potuto leggere, nell'ordine del giorno proposto per il Consiglio Comunale che si terrà il 6 aprile alle ore 14.15, c'è anche una proposta del gruppo consiliare della Lega Salvini Premier, che cita, secondo il periodico L'Etruria: "la possibile infiltrazione di organizzazioni criminali nel territorio cortonese".
Non ci dobbiamo stupire del fatto che nel nostro territorio si possa parlare di organizzazioni criminali, poiché è stato confermato da fonti autorevoli e da numerose testimonianze istituzionali che non solo la parte occidentale della Provincia, ma anche le aree che costeggiano la Regionale 71, quindi anche la Valdichiana, non sono immuni a diverse tipologie di criminalità, che possono arrivare anche ai gradi più alti, come la mafia e la 'ndrangheta.
Come riassunto dal giornale online Arezzo Notizie, fu diffusa nel febbraio del 2019 una relazione, scritta da Fulvio Turtulici, scrittore, per Libera, composta da 169 pagine, in cui si prendono in considerazione tutti gli atti della magistratura, tutti gli articoli di giornale e mediatici diffusi da vent'anni a questa parte. Il primo episodio di cui si fa nota è il sequestro delle proprietà in Terranuova Beacciolini, appartenenti ad un componente della 'ndrina Piromalli, attiva nel porto di Gioia Tauro, il porto della cocaina per l'Europa. Si cita poi l'uccisione dei fratelli Talarico nel Valdarno, sotterrati poi nel bosco di San Giovanni; l'operazione Paredra del 2010; il tentativo di integrazione con l'economia locale ed i ritrovi nei locali aretini; il sequestro di una società e di un albergo di lusso nel 2011; il collegamento di alcuni arresti a Cavriglia con la Cosca di Gallico di Palmi. La Toscana in generale, viene ricordato nell'articolo, è al quarto posto dopo Campania, Calabria e Sicilia per arrestati con aggravante mafiosa.
Leggendo la relazione si scoprono anche alcuni fatti collegati al territorio cortonese, come ad esempio che "a Cortona è stata scoperta a maggio un’evasione fiscale di 480mila euro compiuta da una struttura di lusso. È stata contestata dagli agenti anche la violazione delle norme antiriciclaggio per la circolazione di somme eccessive di denaro in contante", oppure che "a Cortona era situato il “punto di smercio” - riferendosi ad un'operazione di commercializzazione di prodotti contraffatti denunciata dalla Guardia di Finanza di Arezzo - della merce taroccata, vale a dire articoli di abbigliamento ed accessori falsamente riconducibili a note case di moda nazionali e internazionali e acquistabili in rete a prezzi estremamente competitivi", oppure ancora "I carabinieri forestali della Stazione di Cortona, coadiuvati dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Arezzo e da agenti della Procura della Repubblica, hanno sequestrato il 07 febbraio ingenti quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi detenuti illegalmente in un centro di recupero e rottamazione attivo nel cortonese", oppure ancora "Nel settembre 2018, nello svilupparsi di un’indagine della Procura di Arezzo, che si era estesa anche alle Marche, i carabinieri del Nucleo investigativo di Arezzo hanno effettuato un’altra grossa operazione contro il traffico illecito di rifiuti RAEE che faceva centro a Cortona, con 25 persone denunciate, 3 impianti di smaltimento irregolari e 130 tonnellate di materiale elettronico sequestrati".
La notizia di altri comuni che hanno deciso di effettuare lo stesso controllo istituzionale proviene dal Valdarno, in cui il Commissario della Lega Valdarno ha raccolto il documento presentato dal Consigliere Regionale Marco Casucci alla Regione Toscana riguardo alla possibile infiltrazione di organizzazioni criminali all'interno delle Istituzioni.
Un'altra notizia molto recente proviene dalla pagina di Arezzo Notizie del 27 febbraio di quest'anno: riguarda il rapporto semestrale emesso dalla Direzione Investigativa Antimafia, quello del primo semestre del 2020.
Nel rapporto si leggono i seguenti passi inerenti alla Provincia di Arezzo:
"I segnali della pervasività criminale si manifestano anche per mezzo di imprese non mafiose, ma comunque collaborative, nonché di schemi giuridici sempre più raffinati, attuati con la collaborazione di professionisti collusi (avvocati, commercialisti e notai). Di questo è stato trovato riscontro nelle indagini concluse nel periodo e nei provvedimenti interdittivi antimafia emessi, anche su input della DIA, dai Prefetti toscani di Firenze, Arezzo, Massa Carrara, Prato e Pistoia" (pagina 360);
"Ulteriori due provvedimenti, disposti dal Prefetto di Arezzo, hanno riguardato aziende operanti nella ristorazione [...]. I provvedimenti confermano la propensione della criminalità calabrese a diversificare gli investimenti, in modo da rafforzare la propria presenza in svariati settori dell’economia legale [...]" (pagina 360);
"Si richiama, in primo luogo, il provvedimento168 con cui, il 29 aprile 2020, è stato disposto il sequestro preventivo dei beni riconducibili ad un imprenditore campano ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di valori, avendo riciclato tra le province di Firenze e Arezzo i proventi illeciti [...], attraverso una rete imprenditoriale costituita da società immobiliari, strutture alberghiere, ristoranti, ville, appartamenti, complessi di edilizia residenziale, supermercati, scuderie, stabilimenti balneari e altri beni che, seppure fittiziamente intestati ad altri, erano di fatto a lui riconducibili" (pagina 362);
"I Carabinieri di Siena, a conclusione dell’indagine, hanno dato esecuzione, in collaborazione con la polizia bulgara, contestualmente in Italia e in Bulgaria, ad un’ordinanza di custodia cautelare173 a carico di n. 9 bulgari, ritenuti responsabili dei diversi furti commessi nelle province di Siena, Firenze ed Arezzo" (pagina 364);
"Il 6 marzo 2020 i Carabinieri di Arezzo hanno poi eseguito un’ordinanza di custodia cautelare54 nei confronti di n. 22 soggetti componenti due distinti gruppi criminali, uno albanese e uno romeno, dediti al traffico e allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle province di Firenze, Arezzo, Perugia, Brescia, Trento e Verbania" (pagina 392);
"Nella provincia di Arezzo, in particolare in Val di Chiana e Valdarno, si concentrano gli interessi di soggetti legati alla camorra napoletana" (pagina 578).
Invece riguardo alla Valdichiana: "Di rilievo è infine la presenza di soggetti contigui alle consorterie camorristiche, in alcuni casi frutto di trasferimenti avvenuti nei decenni addietro da parte di interi nuclei familiari (per libera scelta o in forza di provvedimenti giudiziari) che poi, nel tempo, si sono radicati nel territorio toscano e hanno continuato, con le nuove generazioni, a operare nei diversi mercati illeciti o dell’economia legale, mantenendo comunque legami con le famiglie e con le consorterie nella terra di provenienza. Certe presenze sembrano concentrarsi nell’aretino (in Val di Chiana e Valdarno) , a Prato e lungo la costa, in alta Maremma (in provincia di Grosseto, nei territori di Follonica e Scarlino) e in Versilia (dalla provincia di Lucca fino al litorale di Massa-Carrara, [...])" (pagina 362).
Se prima stupiva leggere di determinate attività in un'area così tranquilla e così poco sospettabile, dopo aver letto i documenti citati, si rimane ancora più impietriti dalla quantità di informazioni inerenti si riesce a trovare.
Di Flavio Barbaro.
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