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"Storie cortonesi" - Ep. 3 - "I Romani e la nascita di Arretium Fidens"

La dominazione romana di Cortona ha una storia molto travagliata.

Alberto Della Cella, nella sua opera, cita l'imperatore Claudio Augusto, il quale scrisse un'opera, suddivisa in venti volumi (chiamati "Tirrenika"), dedicata alla storia etrusca, che però non è mai giunta sino ai giorni nostri.


Etruschi e Romani erano però in conflitto e si sa che nel 310 a.C. questi ultimi attaccarono l'intera Etruria. Cortona però riuscì a stipulare una pace trentennale con i Romani, instaurando così un rapporto privilegiato con essi, dovuto forse a delle parentele che sussistevano tra invasi ed invasori: infatti, molti dei soldati reclutati non erano originari di Roma e molto spesso delle regioni costituivano una vera e propria legione speciale. Successivamente i Romani sconfissero gli Etruschi nella battaglia del lago di Vadimoniano (all'epoca di Alberto Della Cella si chiamava lago di Bassano, oggi si chiama lago di Vladimonio e si trova in provincia di Viterbo) ed infransero la pace con Cortona non rispettando i trent'anni stabiliti.


Nel capitolo corrispondente alla vicenda nell'opera Cortona Antica, Alberto Della Cella muove una critica a coloro che preferiscono la forma confederata piuttosto che la forma unitaria, portando come esempio la sconfitta etrusca e la pace che riuscì ad ottenere Cortona, poi tradita.


Cortona poi scompare per circa cento anni e ricompare in dei testi di Polibio e Tito Livio riguardanti la battaglia del Trasimeno (219 a.C.) e Della Cella sostiene che l'anonimato di Cortona di quel tempo è dovuto alla sua posizione strategica, infatti gli eserciti avrebbero preferito tenere da parte la città alta di Cortona per passare nelle campagne e razziare, eventualmente, queste. Secondo Della Cella la colonia romana di Cortona ha inizio al tempo del dittatore Silla (mentre per Rinaldo Baldelli risalirebbe ad un'epoca immediatamente posteriore a Catilina, segnando così una differenza di quasi centocinquanta anni tra le due teorie) ed i romani avrebbero costruito, nella parte alta della città, degli edifici pubblici e dei bagni. Non è certa la costruzione di un teatro: gli etruschi erano soliti costruire degli anfiteatri e quasi sicuramente ce ne era già uno a Cortona (Della Cella sostiene la possibile collocazione sotto il convento di Santa Chiara oppure dietro il Palazzo Laparelli). I legionari romani entrarono dalla porta che ancora oggi ricorda quell'episodio, Porta Colonia.

Il motivo della colonizzazione non è noto, ma all'epoca vi era la necessità di affidare nuovi territori ai soldati romani e di mantenere l'ordine nelle città sottomesse. Le notizie storiche si interrompono con la mancata annotazione di Cortona negli elenchi di Plinio e Tolomeo, Della Cella deduce che la colonia romana perse alcuni diritti di cittadinanza che fecero cadere l' importanza l'antica città etrusca, giustificando così la scomparsa dagli elenchi.


Alcuni cortonesi furono costretti a cambiare dimora all'epoca della colonizzazione romana e si narra che gli esuli abbiano fondato, insieme a degli aretini proscritti da Silla, Arretium Fidens, che adotterà, più avanti nel tempo, come stemma San Michele con il drago in ricordo dello stemma cortonese per la città conosciuta oggi con il nome di Castiglion Fiorentino.


Fonti: Cortona Antica (di Alberto Della Cella, Cortona, Tipografia Sociale, 1900)


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Crediti per la musica del podcast:

The Travelling Symphony by Savfk | https://www.youtube.com/savfkmusic
Music promoted by https://www.free-stock-music.com
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

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